Candidatura alla Presidenza del Comitato Lazio della Federazione Italiana Golf

Quadriennio Olimpico 2017-2020

INTEGRAZIONE, RIVOLUZIONE DELL’OFFERTA ED INVESTIMENTI

LEGGI IL RICORSO CHE HO PRESENTATO ALLA FIG PER ANNULLARE LE ELEZIONI DELLO SCORSO 16 GENNAIO

 

Salve a tutti gli amici golfisti del Lazio, sono uno sportivo, ex atleta nazionale di windsurf (medaglia d’argento al valore militare sportivo 1986), attivo regatante nella classe olimpica Finn, golfista e praticante di diversi altri sport per pura passione. Lo sport è uno stile di vita che aiuta a non arrendersi di fronte alle difficoltà. Sono anche un imprenditore impegnato nel settore edilizio (ceramiche per pavimenti e rivestimenti) ed in quello dei servizi finanziari. A fine anni ’90 ho fondato a Londra Rescue Partners, una partnership di professionisti specializzata nelle situazioni di crisi aziendale. Rescue Partners ha assistito diversi clienti tra cui il magnate indiano Pramod Agarwal nel tentativo (poi abbandonato) di acquisire il gruppo Valtur e quindi il Country Club Castelgandolfo. Recentemente sono diventato noto sul web come “Beppe Grillo della vela” per essermi candidato alla presidenza nazionale della Federazione Italiana Vela con una campagna lampo post Rio durata svoltasi unicamente tramite Facebook. Dopo 2 quadrienni senza di medaglie ed una spesa federale errata, ho criticato apertamente la gestione ottenendo circa il 20% dei voti (in Toscana il 35%). L'unico “sfidante” era Francesco Ettorre, storico vice presidente della Federvela che è stato poi eletto. Il mio contributo infatti è stato provocatorio per smuovere le coscienze ed oggi il nuovo Consiglio Fdereale lavora propositivamente sui diversi input che ho fornito creando un clima di positiva collaborazione. Era questo che volevo ottenere per lo sport della vela dal quale provengo. Il mio programma per la vela Italiana è online.

Il golf ed il golf in Italia



Ho iniziato a giocare a golf a Richmond Park (Londra) nel 1998, ho abitato a Londra per 10 anni e lavorato per alcune delle principali banche d’affari internazionali (reddito fisso e finanza strutturata). A Londra e poi in Francia, dove ho vissuto un anno, ho frequentato un numero importante di campi da golf, dai più blasonati ai campi pubblici. In Italia sono stato iscritto a Castel Gandolfo, al Marco Simone ed a Terre dei Consoli. Nel 2005 in UK ho ideato un business di golf travel specializzato sulla provincia di Venezia facendo partnership con Wentworth. Dopo alcuni mesi di attività ho però deciso però di chiudere l'attività scoprendo che il mercato italiano non era preparato per ricevere i golfisti che viaggiano. Frequento il London Golf Show da oltre 10 anni e dal 2005 i grandi tour operators di settore mi ripetono la stessa frase: “in Italia non esiste il prodotto che a noi interessa”. Il mercato del golf travel mondiale supera i 20 milioni di utenti, l’Italia che complessivamente pesa per il 15% nel più ampio mercato turistico Europeo, ha nel golf un peso quasi inesistente. Anche analizzando il numero di praticanti si nota l’irrilevanza del nostro movimento che a fatica raggiunge l’1% dei praticanti europei. Ancor più preoccupante è il rapporto di giocatori adulti/junior, in Italia superiore a 10x, che fa ulteriormente presagire un futuro incerto. Rispetto agli USA, dove mediamente i cittadini spendono $218 anno per il golf, gli italiani spendono solo €0,30 l’anno. Il golf in USA pesa per il 6% del PIL con il 10%, circa, di giocatori sull’intera popolazione, poco meno che in UK che registra il 12% ed in Svezia che supera il 13%. Si tratta quindi di mercati a cui fare riferimento per i modelli di business ma in Italia sento dire nel 99% dei casi “ma quello è un altro pianeta”. Beh, non credo che viviamo in un altro pianeta o che l’Italia debba inventare nuovi modelli, credo si tratti solo di imitare ciò che funziona con le eventuali tarature. In questi anni ho anche frequentato, a tratti, il circuito professionistico. Il mercato Italiano è per diversi aspetti ancora all’anno zero e faccio notare che l’art. 3 dello Statuto FIG recita “L’ordinamento statutario e regolamentare sono ispirati al principio democratico e di partecipazione all’attività sportiva da parte di chiunque in condizioni di uguaglianza e pari opportunità in conformità alle deliberazioni ed agli indirizzi del Comitato Olimpico Internazionale e del CONI”. A mio avviso questo significa che lo sport dovrebbe essere accessibile a tutte le classi sociali del paese compresi i meno abbienti, non si tratta di una mia opinione ma dello Statuto al quale aderiscono tutti i golfisti Italiani. In Italia mancano infrastrutture, filiera, offerta commerciale segmentata ed appetibile, management qualificato agli standard internazionali, servizi, presenza istituzionale, norme facilitanti e fiscalità “amichevole”. Questo a mio parere è il motivo per il quale il numero dei praticanti non è mai cresciuto come avrebbe potuto ed ora rischia di diminuire. La conseguenza sono le negative performance finanziarie dei circoli che conosciamo anche considerando lo scenario economico di oggi ben diverso da quello di 30 anni fa. In tutti i settori  economici tuttavia il nanismo delle imprese non paga, solo gli operatori che comprenderanno l’importanza di integrarsi riusciranno in futuro a competere. Il mercato del turismo globale vive anni di grande espansione ma la mia sensazione e che le nostre istituzioni e la politica nazionale non abbiano compreso a fondo le opportunità che il paese perde non adeguando l’offerta con la domanda. Il golf è parte di questa realtà, più ampia, e necessita di una rivoluzione in primis culturale e poi organizzativo-finanziaria.

Il progetto Venezia home of golf



Nel 2010 mi sono candidato alle elezioni della Città di Venezia con l’ambizione di integrare i campi esistenti con alcuni di nuova realizzazione per arrivare ad un network complessivo di 14 campi. Proposi l’idea a vari partiti politici ed uno di centro mi appoggiò ed è rimasta online un’intervista che descrive il progetto. L’operazione, assai innovativa, prevedeva lo start-up del business operato dal Comune di Venezia a cui avrebbero fatto seguito successivi aumenti di capitale finalizzati alla quotazione in Borsa dell’iniziativa. L’obiettivo era allungare permanenza media e spesa media pro-capite dei turisti che arrivano a Venezia segmentando l’offerta con parametri adatti al profilo dei turisti che vistano la Serenissima. Oggi gli oltre 25 milioni che visitano Venezia si limitano a fare le foto ai piccioni, ma tra essi il numero di golfisti è enorme. In quel periodo ho anche originato l’organizzazione del primo evento IAGTO in Italia con il supporto dell’hotel Bauer e del Gruppo COIN. Purtroppo, circa un mese prima della data prevista per l’evento, mi sono accorto che il contesto era inadeguato e ho preferito annullare il tentativo. Tre anni dopo la IAGTO ha organizzato il suo primo “International Golf Travel Market" sul Lago di Como ed il management ha dichiarato essere stato il più grande successo della loro storia di 60 anni ma, a seguire, il business non è decollato. Il mondo intero vorrebbe giocare a golf in Italia ma le strutture che muovonole masse non ci sono ancora, i numeri parlano chiaro. Recentemente sono stato audio intervistato da Varese Press su questo tema ed ho messo in luce le criticità del nostro sistema.

La Ryder Cup 2022

Sono affascinato per quanto si sta facendo ma evidenzio la forte necessità di creare le condizioni affinchè gli investimenti nell’industria Italiana del golf si realizzino. Diversamente il progetto Ryder Cup non avrà ricadute economiche vantaggiose restando un’azione pubblicitaria ad un mercato non ancora organizzato. Nessuno va a sciare in Albania e non ci andrà nemmeno se si organizzasse la coppa del mondo di sci. Il problema degli investimenti non risiede nella mancanza di risorse finanziarie ma nellla bontà e concretezza di nuovi progetti. Ho rapporti con i primi gruppi mondiali che gestiscono campi da golf (Trump è al 25 posto con 40 campi) e tutti mi confermano lo stesso. I capitali infatti affluiscono dove le condizioni sono tali da creare aspettative di congrua redditività, certezza giuridica e facilità operativa sia in fase di sviluppo che di gestione. Noto la mancanza di presenza istituzionale e di un approccio degli enti locali adeguato a comprendere la valenza economica del golf. E’ li che bisogna agire, senza partnership con gli enti locali è impensabile realizzare gli investimenti necessari che servono nel nostro paese e credo nelle società miste pubblico privato che altrove hanno avuto un gran successo. L’intervento del settore privato, da solo, non potrà risolvere i problemi del golf e sviluppare business ed occupazione emulando ciò che è stato fatto con successo i nostri partners Europei.

Il programma per il Comitato Lazio FIG

La mia candidatura alla presidenza del Comitato Lazio FIG non è stata presentata dal mio circolo di appartenenza. Purtroppo ho subito una "scorrettezza" da parte del presidente uscente il quale si è fatto candidare da tutti i ciricoli per essere l'unico votabile. Sebbene lo Statuto FIG preveda il diritto di tutti i tesserati a concorrere per le cariche federali (art. 22) il mio ciroclo a me ha detto che aveva candidato un tesserato di altro corcolo. Il ricorso è online all'inizio di questa pagina.

Il mio programma per il Lazio è il seguente:

  • Introdurre flessibilità inter-circolo per abbonamenti ed accessi in campo
  • Integrare strutture giuridiche per razionalizzare costi di gestione, migliorare l’offerta ed aumentare il numero di praticanti
  • Introdurre politiche commerciali “anglosassoni” per la vendita di green fees
  • Aumentare, in quattro anni, il rapporto juniores / adulti portandolo dal 10% al 25%
  • Analizzare le necessità strutturali del territorio pianificando strategicamente le azioni  necessarie per attrarre nuovi investimenti, sia domestici che non
  • Promuovere l’apertura di campi pratica “low cost” nei centri cittadini
  • Interagire con gli enti locali e con la pubblica amministrazione per costruire un impianto burocratico/amministrativo ad hoc per il golf ed i presupposti per co-investire
  • Introdurre il voto elettronico per la partecipazione alla vita federale sostituendo, gradatamente, le assemblee fisiche con quelle virtuali supportate dalla tecnologia ormai disponibile
  • Allargare l’audience degli sponsor
  • Sdoganare l’immagine del golf come sport elitario e per gli over 60 facendolo diventare uno sport per tutte le classi sociali ed età

Queste sono le mie idee che spero vengano condivise e personalmente dubito esistano strategie alternative per rilanciare lo sport, per abbassare i costi di partecipazione e per aumentare il numero di praticanti quindi la salute finanziaria del nostro sistema.

Ringrazio vivamente il mio sponsor Ceramiche Musa che mi ha permesso di organizzare questa candidatura.

Buon 2017 a tutti !!!

Ettore Thermes

Cell. 389-871 8524

Skype “ethermes”, Zoom “[email protected]

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Il mio curriculum sportivo

Negli anni ’80 ho regatato nella Classe Windsurfer arrivando 2° ai Campionati del Mondo, 3° ai Mondiali Militari e 2° agli Europei a Squadre. Ho vinto alcune regate nazionali, titoli minori e sono andato a podio in vari campionati italiani di specialità: free style, long discance, slalom ed overall. Sono salito sul Finn a fine 2011 all’età di 46 anni, nel 2012 sono arrivato 10° in Coppa Italia ed 13° al CICO. Ho regatato in classi d’altura in Italia ed in UK. Pratico altri sport a livello amatoriale (ciclismo, motociclismo e golf).



Il mio curriculum professionale

Sono laureato in Economia e Commercio, ho lavorato a lungo all’estero anni come broker di prodotti di capital market ed assistito imprese, istituzioni finanziarie e pubblòica amministrazione nei processi di reperimento di capitale. Nel 1996 ho assistito il Ministero del Tesoro per la creazione del mercato della cartolarizzazione in Italia, nel 1999 ho assistito la privatizzazione del settore elettrico in Turchia. In entrambi i casi ho contribuito a processi di modifica normativa. Nel 2013 ho assistito il magnate Indiano Pramod Agarwal nel tentativo di acquisire il gruppo Valtur. Dal 2014 mi occupo di Ceamiche Musa, azienda nata nel 1943. Sono socio fondatore www.rescuepartners.net.

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